Il 2019 si apre con buone prospettive per il vaping in Europa? Abbiamo raccolto qualche dato in merito, con news da Regno Unito, Francia, Italia e Belgio.
Continua la buona predisposizione di Paesi storicamente a favore del vaping, primo tra tutti il Regno Unito. Nei primi giorni dell’anno la BBC ha trasmesso un video, che ha avuto moltissima risonanza in tutta Europa, che mette a confronto, in modo molto incisiva, gli effetti del fumo di tabacco e di vaping: due campane di vetro con cotone bianco all’interno simulano i polmoni di un fumatore e di un vaper.
Dopo l’analogo di un mese di sigarette o svapate, i risultati parlano chiaro. Mentre il cotone esposto al vapore di e-cig è sostanzialmente invariato, quello esposto al fumo di sigarette è visibilmente compromesso dal catrame e dai prodotti di combustione.
E’ molto recente poi la pubblicazione di uno studio, condotto su un campione di quasi 900 persone che volevano smettere di fumare. I ricercatori hanno messo in confronto l’efficacia di metodi tradizionali (cerotti e gomme da masticare) e sigarette elettroniche; dopo 1 anno di monitoraggio, i vapers abbandonano il fumo tradizionale con un’efficacia quasi doppia (18%) rispetto a quella degli utilizzatori di metodi standard (9.9%).
Un altra presa di posizione importante arriva dalla Francia: il Cese (Conseil économique, social et environnemental), un organo costituzionale consultivo, interpellato in merito alle dipendenze da tabacco, sottolinea l’importanza di proporre strumenti idonei alla riduzione del danno; nel documento “Les addictions au tabac et à l’alcool” (Dipendenze da tabacco e alcol) raccomanda infatti esplicitamente di “posizionare la sigaretta elettronica con o senza nicotina tra gli altri dispositivi per smettere di fumare: integrarla nel discorso di prevenzione delle dipendenze…”.
L’intensificazione delle politiche anti-fumo ha sicuramente contribuito alla crescita del settore del vaping osservata nel 2107 e in misura ancora maggiore nel 2018. Il gruppo francese Xerfi, specializzato in studi economici di settore, prevede ritmi di crescita del 10-15% annui fino al 2021, per raggiungere un giro di affari che si stabilizzerà poi intorno agli 1.2 miliardi di euro (Studio: “Le marché de la cigarette électronique à l’horizon 2021″, il mercato della sigaretta elettronica all’orizzonte del 2021) .
Anche in Italia, dopo anni molto difficili per il settore, sembra profilarsi un nuovo scenario: il 2019 ha portato una drastica riduzione dell’imposta di consumo sui liquidi di ricarica, e la reintroduzione della possibilità di vendere anche online i prodotti con nicotina. Si prevede quindi una buona ripresa. Resta da capire se queste revisioni possano anticipare un maggior riconoscimento della sigaretta elettronica come strumento di riduzione del danno da parte da parte delle autorità nazionali.
In Belgio varie iniziative locali sostengono la lotta al fumo tradizionale; la più recente riguarda l’Ospedale Universitario di Liegi, CHU, che ha istituito il primo mese senza tabacco per il proprio staff, previsto per giugno. I dipendenti che decideranno di smettere di fumare per un mese, saranno sostenuti da un team di esperti. Poiché non sono ancora stati divulgati i dettagli, non è noto se la sigaretta elettronica se sarà coinvolta. L’iniziativa è comunque un appuntamento importante, e potrebbe essere un primo passo verso analoghi progetti nazionali.
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