Il 12 febbraio 2025, il Parlamento bulgaro ha approvato in prima lettura una legge che prevede il divieto totale della vendita, distribuzione e pubblicità delle sigarette elettroniche, sia monouso che ricaricabili, e dei relativi accessori, incluse quelle senza nicotina. La proposta ha ottenuto un consenso unanime, con 197 voti favorevoli e nessun contrario.
La decisione è stata motivata dalla crescente preoccupazione per l’uso diffuso delle sigarette elettroniche tra i giovani e dai rischi associati alla loro salute. La Bulgaria, con uno dei tassi di fumatori adulti più alti d’Europa, ha visto negli ultimi anni una diffusione significativa delle sigarette elettroniche. Nonostante le precedenti restrizioni sulla vendita e l’uso di prodotti contenenti nicotina ai minori di 18 anni, molti adolescenti continuano ad accedere illegalmente a questi dispositivi, sia attraverso punti vendita fisici che online.
Un tragico evento ha ulteriormente alimentato il dibattito pubblico: un ragazzo di 14 anni è deceduto lo scorso gennaio dopo aver utilizzato una sigaretta elettronica acquistata online, contenente il cannabinoide esaidrocannabinolo (HHC). Questo incidente ha spinto le autorità a prendere misure più severe per proteggere i minori.
È importante notare che, al momento, la legge è stata approvata solo in prima lettura e potrebbe subire ulteriori modifiche prima dell’adozione definitiva. Tuttavia, l’unanimità del voto suggerisce una forte volontà politica di attuare queste restrizioni nel prossimo futuro. Si segnala inoltre che, prima dell’approvazione, la Bulgaria non aveva richiesto il via libera dall’Unione Europea per questo divieto. Questo potrebbe sollevare dubbi sulla conformità del provvedimento al diritto dell’Unione Europea.
Questa iniziativa colloca la Bulgaria tra i Paesi con le normative più restrittive in Europa riguardo le sigarette elettroniche. Mentre alcuni Stati membri dell’UE hanno adottato misure per regolamentare o vietare specifici tipi di dispositivi, come le sigarette elettroniche usa e getta, il divieto totale proposto dalla Bulgaria implica una presa di posizione da parte dello Stato particolarmente rigorosa.
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